Il visibile e l’invisibile
Il progetto fotografico Confine rappresenta un’importante tappa nel percorso formativo e concettuale di Luca Cacioli: classe 1991, approcciatosi da poco al medium fotografico, la principale sensazione che traspare dai suoi scatti è l’incessante ricerca di una relazione tra sguardo umano, potenzialità del mezzo e immagine. Cacioli si interroga in modo genuino sul confine non ben distinguibile che dovrebbe separare lo sguardo e l’immagine. La ricerca sistematica di linee di fuga da sovrascrivere al dato del reale diventa lo strumento principale per cercare la connessione tra sguardo umano ed immagine; l’architettura visiva, non delimita lo spazio fisico entro gabbie precostituite, ma crea un codice entro il quale inscrivere la relazione percettiva tra uomo, mezzo e spazio: in qualche modo Cacioli afferma la tesi secondo cui le immagini rappresentano il nostro sguardo e al contempo la confuta perché gli sguardi risultano essere irrappresentabili e indecifrabili. Le immagini si creano nel dato fisico ma si rendono visibili solo col mezzo fotografico; non a caso il fotografo sceglie di descrivere il suo progetto dicendo “non ci sono limiti, l’occhio umano può vedere all’infinito”.
Enrico Fico